In Norvegia il primo traghetto 100% elettrico

(Rinnovabili.it) – E’ entrato in servizio, proprio in questi giorni, Ampère, il primo traghetto elettrico al 100% mai realizzato al mondo. Il battesimo dell’acqua lo ha ricevuto in Norvegia dove il battello sta dando già prova delle sue capacità, facendo sponda tra i moli delle città Lavik e Oppedal nel Sognefjord. Affidandosi solo all’energia del suo pacco batterie, Ampère affronta il tragitto 34 volte al giorno ad una velocità di 10 nodi, con 360 passeggeri e 120 veicoli a bordo. Progettato e costruito dal cantiere Fjellstrand, il traghetto elettrico è nato da un concorso indetto dal Ministero dei Trasporti norvegese, a quei tempi in cerca di un nuovo design ecofriendly per il servizio su la rotta tra le due cittadine.

A decretarne la vittoria su tutte le altre proposte sono state soprattutto le sue peculiarità: il battello è stato dotato di due motori elettrici da 450 kW messi a punto da Siemens e batterie agli ioni di litio da 1MWh appositamente progettate per il ferry. I sistemi d’accumulo vantano un ottimo rapporto peso/potenza, ma per rendere il tutto ancora più leggero i progettisti hanno impiegato l’alluminio come primo materiale per realizzare l’imbarcazione. Il risultato è che il mezzo pesa quanto un battello normale, nonostante le 10 tonnellate in più aggiunte dal pacco batterie.

Il vero fiore all’occhiello del nuovo sistema di trasporto è però il sistema di ricarica. Il dispositivo di energy storage garantisce  in realtà un’autonomia di poche ore e la rete elettrica della regione è relativamente debole. Ecco perché Siemens e Norled hanno deciso di installare tre pacchi batteria: uno a bordo del traghetto, e un ad ogni molo di modo che si carichino lentamente dell’energia di cui hanno bisogno, senza incidere sulle esigenze elettriche dei cittadini, e possano essere sostituiti all’occorrenza in meno 10 minuti. “Non volevamo – spiega Odd Moen, l’ingegnere di Siemens che ha lavorato al progetto – che ad ogni ricarica le lavatrici del villaggio smettessero di funzionare e i televisori si spegnessero a causa dell’arrivo del traghetto”. I primi giorni di viaggio hanno dimostrato che l’obiettivo era stato pienamente raggiunto.

primo traghetto elettrico 100 %

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So che non sono l’unica

Quando il video esprime molto più che le parole della canzone. Da guardare per intero.

Nordkapp: un luogo pieno di energia, il luogo dove finisce l’Europa

La strada da Alta a Capo Nord è facile, la natura diventa aspra e più selvaggia.

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Il paesaggio si apre a perdita d’occhio su una distesa erbosa che porta con sé la sofferenza dei lunghi periodi invernali e nevosi.

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Le renne la fanno da padrone e brucano indisturbate, attraversano le strade e non temono il clima che cambia spesso.

Sulla strada ho incontrato il sole, la nebbia, le nuvole cupe e mincciose, la pioggia ma quello che non cambia mai è il vento. Un vento freddo e tagliente che ti fa sentire subito vivo.

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Il vento modella il paesaggio e le rocce che scendono a picco sul mare e da esso sono scolpite.

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Le case diventano sempre di meno mentre gli unici abitanti che si intravedono tra le sporadiche casette e le tende di loro villaggi sono i SAMI, tradizionalmente chiamati Lapponi. Un popolo schivo che ama e difende le proprie origini sia culturalmente che politicamente.

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Francesco Negri, sacerdote francescano, naturalista ed esploratore italiano, spinto da interesse naturalistico e dalla passione per la conoscenza, affrontò in solitaria un viaggio durato tre anni nella Penisola scandinava, con il preciso intento di raggiungere il punto più settentrionale del Continente europeo. Partì nell’anno 1663 solo, nella convinzione che non fosse possibile vivere oltre certe latitudini. Negri viene considerato il primo turista a raggiungere Capo Nord, in quanto lo scopo del suo viaggio non aveva altri interessi se non la passione per il viaggio stesso.

Nel negozio di souvenir è possibile acquistare un certificato dove apporranno il timbro di Capo Nord e il vostro nome con la data, in cui è menzionato proprio Francesco Negri e la sua impresa che recita la frase “La mia sete di conoscenza ora è stata soddisfatta qui dove finisce l’Europa”.

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La strada che porta a Capo Nord è la E69, l’unica strada. Non incontrerete molte macchine, andate piano godetevi il paesaggio, ogni tanto aprite il finestrino e respirate quell’aria artica, vi aiuterà a pensare meglio. Se potete, state in silenzio. Ascoltate come la natura si culla in un gelido sonno, con una pioggia che può essere torrenziale o un banalissimo aereosol.

Per accedere alla strada che porta a Capo Nord bisogna attraversare anche un tunnel il Nordkapptunnelen, lungo 6.8 km.

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Nordkapp non è il punto più settentrionale d’Europa, il titolo spetta a Knivskjelodden, poco vicino a Capo Nord, raggiungibile con un’escursione sconsigliata se piove. Io non l’ho fatta per mancanza di attrezzatura adeguata, sarei morta surgelata nel fango!

Nordkapp si trova a 71° 10′ 21″ di latitudine Nord, dove il sole da metà Maggio ad Agosto non tramonta mai. Prima di molti europei, i Sami si interessarono molto a questa zona, ritenuta  un luogo carico di energia.

Dopo aver pagato il pedaggio, troverete un enorme complesso grigio e tetro, sormontato da una grande palla bianca. All’interno di questo complesso si trova un cinema, una mostra, un bar, un negozio di souvenir (che io ho svaligiato), un teatro ed una caffetteria-ristorante con vetrate a vista sul piazzale principale.

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La cosa emozionante qui è il panorama e le sensazioni che ti scatena.

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Credo che in questo posto a seconda del clima che trovi hai sensazioni ed emozioni differenti, è molto bello e suggestivo. Il mare si scatena forte di fronte a te e tu sei lì e lo guardi, ti senti piccino.

Cosa si trova all’estremità del continente.

Oltre al complesso-bunker ecco cosa si trova nel piazzale all’estremità nord del continente europeo.

Questa stele di pietra mi ha colpita – da buona italiota – perché, nonostante la miopia, ho letto sopra standone ancora molto distante “Italy”. In effetti, come al solito del resto, anche qui l’Italia è molto presente. Non solo per i viaggiatori italiani che vi giungono ma anche e soprattutto per le loro imprese che li collegano a questo luogo.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

In realtà questa stele rappresenta l’arrivo di un cammino (e io che avevo immaginato un sodalizio internazionale -.-) l’ho capito quando ho visto la seconda immagine.

Il sentiero europeo E1 è un sentiero europeo che unisce capo Nord (Norvegia) con capo Passero in Sicilia, attraversando da nord a sud l’intero continente europeo.

All’interno dell’unico edifico si trova questa immagine che spiega meglio le tappe.

Sul promontorio sono presenti tre monumenti:

il “Globo”, scultura in ferro che rappresenta un mappamondo

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“Bambini del mondo”, sette medaglioni in pietra con disegni di bambini di sette nazioni diverse. Una cagata pazzesca.

Una scultura che raffigura una madre e suo figlio; la madre tiene vicina a sé il bambino, il quale indica con la mano sinistra il monumento “Bambini del mondo”, dinnanzi a lui.

La foto mi è venuta mossa 😛

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Ecco poi un altro monumento presente

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Girando le spalle alla calotta polare artica non senti più freddo nonostante il clima non sia cambiato. Guardi lì, verso il parcheggio, in un posto monetizzato da due caselli dove pagare un pedaggio. Il tempo per rimanere lì è finito, non ti senti le gambe, soprattutto se sei arrivato a piedi o come me, indossi i leggins senza collant alcuno sotto!
Guardi lì, verso la strada del ritorno che poi è quella dell’andata ma non ti sembra la stessa. All’orizzonte c’è la nebbia e pensi che è ora il momento per ricominciare a guardare il mondo con occhi diversi e che niente può farti vedere al di là del tuo naso se non il tuo desiderio di spingerti sempre oltre te stesso.

Un aereo mi ha portato ad Alta

La sua chiesa metallica e a spirale ricorda l’aurora boreale. E’ il simbolo della città di Alta. Un paese in realtà.cattedrale di alta norvegia agosto 2014

I suoi 70° di latitudine nord non hanno colpito i suoi abitanti che si ritrovano in piazza allegri e convinti che questo giorno durerà moltissimo.

Le iniziative in piazza non mancano in una realtà che vive per lo più chiusa in casa, nelle palestre, nei luoghi di lavoro. Moltissima l’attenzione ai bambini iniziando da piccoli tavoli pieni di Lego con cui giocare e tavoli da ping pong a disposizione per tutti.

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L’aereoporto è piccolo ma accogliente, non aspettatevi gli orari di chiusura dei supermarket della Norvegia meridionale perché qui, troverete un supermercato ogni 2 km e sono aperti anche fino alle 22.

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La luce aiuta, ma il pensiero quando dietro le tende alle 23 traspare ancora il giorno va ai loro mesi invernali e mi chiedo se il loro sorriso, la loro voglia di fare, l’energia rimane identica.

La cattedrale di Alta ti accoglie con una caffetteria/ristorante, inusuale per le nostre abitudini.

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Rimani stupito dall’accogliente sorriso nordico ovunque, anche quando il tuo sguardo è perplesso, viene trasformato dai loro occhi sorridenti in un uguale sorriso.

Inusuale la passione per la bici, ma molto sentita, tanto da avere al centro città delle colonnine tuttofare per riparare eventuali danni. A disposizione tutta l’attrezzatura necessaria!

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Atterrare ad Alta è stupendo se c’è bel tempo. L’aereo si abbassa sull’acqua del mare e plana sul fiordo accompagnando la sua ombra sulla pista.

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Un piatto caldo

La delusione è un piatto che va servito caldo, possibilmente in un ambiente domestico in cui poter continuare a fare finta di niente finché tutto non sarà finito.

Onora il padre a la madre

Vi siete mai chiesti che differenza c’è tra un genitore e un padre o una madre? 

Un genitore è colui o colei che mette al mondo “genera” un figlio. Questo, da sempre non fa di lui o di lei un padre o una madre. 

Il manifesto, la polemica, il botta e risposta su twitter…che tristezza!

In un momento in cui alla gente, soprattutto alla gente di destra servono tutt’altri argomenti, forse su questo era meglio continuare a stare zitti e fare i finti tonti come si è fatto fin’ora.

Riflettere. A volte basta così poco! Io credo che anche le adozioni etero o i concepimenti etero siano, a volte, un capriccio. Purtoppo è così. Guardatevi attorno, gli amici che vi circondano, ascoltate le loro storie familiari. Parlate con gli amici dei vostri amici, con i vostri parenti, cercate di capire il perché le famiglie sono tutte diverse ma anche tutte profondamente uguali. Legate dalle stesse difficoltà, dalle stesse crisi, dalle stesse gioie. 

Amare una persona sta diventando un lusso. Ci avete tolto il desiderio di Amare. Sulle nostre spalle insicurezze e instabilità morali, economiche e sociali ci hanno resi schiavi della precarietà anche nella vita privata. Non ci vogliamo sbilanciare, non possiamo, non sappiamo più nemmeno se per noi è la cosa giusta o è meglio seguire il tempo in cui viviamo e stare in crisi con il nostro portafoglio, il nostro lavoro, la nostra casa, la nostra vita privata, la nostra mente, noi stessi.

Non possiamo più rischiare perché ci avete tolto la forza per farlo o almeno per farlo completamente.

Poi ci sono delle persone che vanno al di là del tempo in cui siamo, che lottano per il loro Amore, per la loro felicità e vogliono coronare il loro amore con un figlio. Un figlio, inizialmente, è un atto di egoismo, per la nostra specie prima di tutto, per la nostra felicità anche. Un figlio dovrebbe nascere da un atto d’Amore, da due persone che decidono di non pensare solo a se stessi. 

Ma vi siete mai chiesti quante volte è stato così? Per quanti di voi è stato così? Quante persone sono nate “per sbaglio”? Quante persone non erano volute? Quante sono figlie di una violenza? Quante persone sono addirittura nate perché “doveva essere così”? Quante persone sono state rifiutate? 

E poi quanti genitori sono stati felici, si sono donati e dedicati ai figli che hanno avuto? 

Sicuramente moltissime. Moltissime situazioni esistono tra la gente, tra le loro vite e le loro case. 

Quante persone sono cresciute con un padre e una madre che non erano i propri genitori?

Sapete perché sto divagando? Perché sto scrivendo tutte queste domande?

Perché il problema di molti è che non si interrogano, non interrogano l’altro e soprattutto non ASCOLTANO la risposta.

Prima di sparare sentenze come se si fosse il pazzo del paese in piazza, bisognerebbe un po’ fermarsi e ragionare. Intanto perché se chi parla non è solo la voce di se stesso deve riuscire a veicolare il messaggio in modo tale che sia compreso e condiviso sia dal “gregge” che dagli altri animali della fattoria.

E se è difficile comunicare, perché lo è, nel modo corretto e sensato. Allora meglio stare zitti.

Vengo al dunque.

Come gli è venuto in mente di prendere una foto di un tizio, tra l’altro conosciuto…e di usarla per quel manifesto?! Non avete ancora imparato che se una cosa è di una persona non diventa automaticamente tua se ci metti il tuo nome? E oltretutto, ma che diavolo di immagine scegli?!

A parte che sembrano tutti e 5 dei protagonisti di Trainspotting, ma poi cosa cavolo (per non dire cazzo…ops) scrivi!

Un bambino non è un capriccio, vero…perché tua moglie invece di adottarlo continua a fare inseminazioni artificiali? Perché quella coppia vuole a tutti i costi un figlio da anni fa cure per la fertilità? Non mi sembra una frase che c’entra con l’argomento. Pensate che solo per i gay un figlio è un capriccio? Ah sì, è un capriccio anche per gli etero però per i gay è ancora più capriccio perché è contro natura.

Adottare non c’entra col “contro natura” però…bo, vabbé con molte remore ve lo faccio passare.

Proseguiamo.

“No alle adozioni per i gay”, intanto le regole di copy vogliono che questa frase dovrebbe essere messa in alto e per prima se proprio vogliamo dirla tutta. Poi, discutibile il contenuto, rimane di natura personale se essere o meno d’accordo. Tu però ora stai, scrivendo quella cosa, segnando una bella linea di demarcazione che non so quanto la tua fattoria condivida. In generale, non si intende per le adozioni in sé e per sé (argomento sul quale mi astengo perché non ho ancora io stessa un’opinione chiara su cosa sia giusto) ma per l’aggressività della frase verso un gruppo di persone di qualsiasi natura sessuale che di fronte a una cosa del genere, con tutto quello che ci sarebbe da dire, si irrigidisce. Era necessaria questa presa di posizione?

Ora c’è la frase contraddizione per eccellenza: “difendiamo il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma”….

Mi dispiace ma, a parte la questione pubblicitaria, non amo questo manifesto perché penso che oggi alcune idee devono essere difese andando coi piedi di piombo, studiando, cercando di capire, interrogandosi. Forse su alcuni argomenti non si è maturi e c’è bisogno di rifletterci ancora un po’.

E se così invece è stato, se è questa la linea, la mia strada non incrocia la vostra. Non per il tema in sé ma per la sua inutilità quando ora quello di cui si ha bisogno è tutt’altro.

Un video che riassume la mia strada per il Nord

Se pensate che la colonna sonora possa essere la canzone “Society” di Eddie Vedder vi sbagliate. Il Nord della Norvegia lo associo a questa colonna sonora RAI RAI del gruppo norvegese D.D.E.. Di loro anche un piccolo stralcio del concerto a cui ho assistito a Trondheim e in cui mi hanno colpita.

Le immagini raccontano in breve la mia strada a Nord del Circolo Polare Artico in Norvegia, stralci di strade, paesaggi e vita. Non aspettatevi una regia d’autore non è quello il mio scopo.

Fatemi sapere se vi ha incuriosito e cosa vi è piaciuto di più, nei prossimi giorni caricherò video più specifici.

Per le foto segui la pagina Facebook LA MIA STRADA (clicca qui)

Cosa c’è di particolare in Norvegia a Nord del Circolo Polare Artico?

Norvegia del NordEcco cosa c’è in questo posto: sopra il circolo polare Artico puoi fermarti e sederti su una panca di un tavolino di legno indossando due felpe anche se è Agosto e sentire il vento freddo che ti accarezza le guance.

Puoi sederti qui, in riva al fiordo, in mezzo a un prato a guardare il mare domato dai monti che lo circondano.

Puoi respirare l’odore di pesce in mezzo a inusuali pescatori dalla pelle chiara, puoi guardare un cielo che non tramonta e ascoltarti.

Qui puoi capirti, puoi trovare la soluzione se lo vuoi.

Non hanno freddo questi gabbiani.

Cosa c’è di particolare nella Norvegia Settentrionale, a Nord del Circolo Polare Artico? NULLA. Nulla di quello che hai lasciato lì, da dove vieni. Ci sei tu e un pezzo di mondo da conoscere e questo basta.

Ho sempre nuotato in orizzontale

Gli occhi che non vogliono vedere sono i più pesanti. E mi meraviglio sempre di quanta forza ci vuole per soffocare rabbia e paure. Mi stupisco quando scopro che mi sbagliavo a farlo per noi ingenuamente convinta che potesse cambiare.

Arranco e trattengo il fiato in questo mare bellissimo nell’attesa di tornare a galla e realizzare quello che desidero prima di chiudere gli occhi qui sotto in questo grande oceano blu avendo solo guardato tutto il tempo in alto.

Oggi mi godo la mia tenerezza perché non durerà

Mi spiace mio caro intelletto
vattene a letto e dormici su
che forse il tuo mondo perfetto non è perfetto come dici tu.
Scusa mio caro cervello
sei come un fratello
adesso anche tu
levami questo fardello che voglio provare a volare lassù.
Milioni di libri non servono a niente
se servono solo a nutrire una mente che mente.
Scusa mia cara ragione
passerò per coglione ma meglio così
forse in virtù del tuo nome
vuoi avere ragione
ma stammi a sentir
assiomi e teoremi non valgono niente
se l’occhio non vede che il cuore non sente più niente.
Arrivederci tristezza
oggi mi godo la mia tenerezza
perché non durerà.

Scusami ancora mio cuore
se ho fatto l’amore anche senza di te
ma sono più duro di un mulo
ti ho preso per il culo ma il culo è più giù.
Miliardi di stelle non dicono niente
non dicono forse che il cielo è più grande
più grande di te.
Arrivederci tristezza
oggi mi godo la mia tenerezza,
arrivederci amarezza
oggi mi godo questa dolcezza
e domani chissà.

Mi spiace mio caro intelletto
vattene a letto
e dormici su.

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